Come molti già sapranno il 23 Ottobre 2020 ricorre il centenario dalla nascita di Gianni Rodari. Dal punto di vista pedagogico, il suo pensiero è stato decisamente all’avanguardia, originale ed è sicuramente attuale.
Uno degli aspetti che più mi colpiscono è la sua particolare attenzione al linguaggio dei bambini, “fatto di immaginazione e pensiero logico…”, nutrito dalla realtà che lo circonda: “Il mondo parla al bambino non solo attraverso le parole… parla attraverso tutto quello che anima il mondo di oggi…”. (pensieri tratti da questa piccola raccolta di interviste degli anni ’70 https://youtu.be/kXKxANC3ozs)
Nel primo Capitolo de “La grammatica della fantasia” intitolato “Il sasso nello stagno”, Rodari afferma come una parola gettata nella mente a caso, provoca una reazione a catena che coinvolge nella sua caduta immagini, analogie, ricordi, significati… interessando l’esperienza, la memoria, la fantasia… dove la mente interviene in una sorta di atto creativo. Quindi la parola “deve servire ai bambini, non servirsi dei bambini”.
Se dovessi trasferire questa dinamica sostituendo il termine “parola” con “suono” credo che otterrei analoghe dinamiche, in quanto la parola è di per sé un suono. Questa cosa mi affascina molto perchè mi predispone, nell’approccio didattico, a privilegiare lo stimolo creativo rispetto alla semplice trasmissione di un contenuto. Certamente non dobbiamo perdere di vista dove vogliamo arrivare, ma di sicuro il traguardo acquisterà maggior significato se raggiunto partendo dalle competenze del bambino.
